Hai un serio problema in azienda, poiché i dati che costituiscono la linfa vitale del tuo business sono a rischio. Un rischio reale e costante che, quotidianamente, ti espone e ti fa camminare sull’orlo di un precipizio con gli occhi bendati.
Questo rischio è dato dal fatto che il sistema implementato per il salvataggio dati e per il loro recupero in caso di emergenza, qualora effettivamente tu ne abbia uno, nella migliore delle ipotesi fa schifo.
Ti avevo però parlato anche di una bella notizia, quindi è giusto che ora te la dia: sarà anche una magra consolazione, ma effettivamente la colpa di questa situazione non è tua.
Infatti essa deriva dal fatto che coloro i quali, nel corso degli anni, avrebbero dovuto fornirti le indicazioni necessarie affinché tu capissi il rischio, hanno pensato solo a venderti PC e Server, rifilarti prodotti e servizi e appiopparti (magari) anche una soluzione di backup che consentisse di raggiungere i (loro) 3 obiettivi seguenti:
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Fornirti l’illusione che i tuoi dati siano protetti e garantiti contro ogni minaccia;
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Rifilarti una soluzione gratuita (in modo da non doverti convincere ad acquistare qualcosa) oppure molto costosa (in modo da garantire un buon guadagno al venditore);
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Poter scaricare su di te la responsabilità in caso di una perdita dati, utilizzando la frase “Ascolta, io ti ho fornito gli strumenti. Se poi tu non li sai usare o non li tieni sotto controllo, il problema è solo tuo”.
Quando, ahimè, ti troverai a scoprire quanto insufficiente sia la soluzione che ti hanno rifilato, allora purtroppo per te sarà tardi. I dati saranno ormai persi e dovrai buttare un sacco di soldi sul tavolo verde andando a vedere la puntata del tuo avversario, che sai benissimo avere in mano un full, mentre tu giochi a carte coperte sperando di ritrovarti un poker servito. Abbastanza improbabile, nevvero?
Puoi ancora salvare la pellaccia?
In caso di perdita dati, come ti ho detto, ti troverai in mano due cose: una certezza e una speranza. La certezza è quella che dovrai spendere un sacco di soldi. Il recupero dei dati e la ripresa della tua attività in un tempo accettabile rappresentano invece la speranza. E, se non vado errando, la saggezza popolare ci ha più volte spiegato come muore colui che vive sperando.
Ciò che devi fare per salvare la pelle è, fondamentalmente, invertire il fattore certezza e quello speranza. Devi vivere con la speranza che il tuo sistema funzioni per sempre e senza intoppi (sognare non costa nulla), ma avere la certezza che in caso di problemi l’impatto sul tuo business sia quanto più prossimo allo zero possibile. L’approccio che devi adottare, quindi, è quello della corretta pianificazione. Come in ogni ambito, pianificare in modo capillare e organizzato i comportamenti da tenersi in caso di emergenza, consente di gestire in modo ordinato e con il minimo impatto qualsiasi situazione. Tralasciare la pianificazione, invece, comporta sempre lo scatenarsi del panico. Il panico è nemico del ragionamento. L’assenza di ragionamento si traduce in danno ingente e garantito.
Parlandoti dei tuoi dati, qualcuno prima di oggi ti aveva fatto osservare le cose da questo punto di vista? No, vero?
Come prepararsi al peggio
Oggi tu, come me, lavori con sistemi molto precisi, veloci e in grado di aumentare la tua produttività in modo esponenziale. Il problema di questi sistemi è che sono soggetti a guasti e, statisticamente, prima o poi un guasto colpirà anche qualche dispositivo critico. Per evitare che questa situazione ti metta in ginocchio devi prepararti oggi, mentre tutto funziona al meglio.
I passi da compiere sono i seguenti:
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Valutare quali sono i tuoi punti deboli (sistemi critici, applicazioni vitali, ecc.);
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Valutare quali sono i massimi tempi di indisponibilità tollerabili per questi sistemi;
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Valutare quanti dati (sempre in ambito temporale) puoi permetterti di perdere;
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Pianificare i salvataggi basandoti sulle valutazioni eseguite;
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Una volta implementata la strategia di salvataggio eseguire periodicamente dei test di ripristino;
Senza scendere nei dettagli relativi ai primi quattro punti appena esposti, tieni in considerazione che è il quinto, quello relativo ai test di ripristino, che non viene praticamente mai messo in atto.
Non effettuare i test di ripristino periodici significa, fondamentalmente, rinunciare alla certezza di poter recuperare una situazione critica. Ripristinare dei dati senza sapere quanto tempo sarà richiesto per poter riprendere il lavoro, senza conoscere quali e quante risorse andranno coinvolte, senza avere idea dell’esito delle operazioni, si traduce molto spesso in due parole: panico generale. Ed è proprio il panico, come dicevo, il peggior nemico da dover affrontare in un momento di crisi.
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