Non solo in caso di disastro…

 

imageUn paio di settimane fa un mio cliente ha potuto sfruttare la soluzione di disaster recovery implementata in azienda, pur senza il verificarsi di un evento catastrofico. E’ successo infatti che un server ha segnalato un problema hardware e il supporto tecnico di DELL ci ha comunicato che sarebbe stata necessaria la sostituzione della scheda madre. Premetto che il guasto non era bloccante e la macchina non ha subito nessun fermo improvviso.

Lo scenario

Il server in questione è un host Hyper-V, ovvero una macchina sulla quale sono in esecuzione diversi server virtuali. I virtual server gestiti dalla macchina sono 4:

  • Un domain controller con anche ruolo di file server;
  • Un server database con il gestionale contabile aziendale;
  • Un server che gestisce alcuni dispositivi elettronici tra cui la rilevazione presenze;
  • Un server di management che gestisce backup, console centralizzata antivirus e alcune altre console di gestione.

Mentre i secondi due server non hanno un RTO particolarmente critico (quello di management non è critico neppure come RPO), i primi due sono davvero critici in quanto un fermo porterebbe al blocco totale della produzione.

L’intervento di sostituzione della scheda madre pianificato da DELL avrebbe generato un fermo macchina di una mattinata, salvo imprevisti. Ovviamente il costo di questo down sarebbe stato elevato, poiché il cliente avrebbe avuto un blocco sia del reparto produzione che di quello amministrativo, per un totale di circa 40 persone.

Grazie alla soluzione di disaster recovery implementata, invece, è stato possibile effettuare il failover delle macchine su un server provvisorio ed effettuare il cambio motherboard in tutta tranquillità. Al termine dei lavori di sostituzione (che ovviamente sono stati prolungati di un paio d’ore da un imprevisto) è stato sufficiente avviare il processo di failback per riportare tutto alla normalità. Il tempo di inattività dal cliente è stato quindi pari a 0!

Disaster Recovery

In conclusione

Per trovarti in una situazione di tranquillità, come quella appena raccontata, ti consiglio se possibile di utilizzare alcuni accorgimenti:

  • Lavora in ambiente virtuale e non fisico. Questo comporta una maggior semplicità per le operazione di failover e failback in quanto i sistemi vengono ripristinati in modo indipendente dall’hardware;
  • Testa periodicamente la soluzione di disaster recovery implementata. Così facendo si potrai avere la certezza che tutti i processi siano funzionali ed efficaci e le operazioni saranno eseguite con maggior disinvoltura;
  • Oltre allo storage per l’archiviazione dei backup prevedi sempre un minimo di ridondanza hardware. Non è necessario duplicare l’infrastruttura server, ma almeno cerca di dotarti di hardware in grado di supportare il carico di lavoro seppur con prestazioni ridotte. Qualche giorno utilizzando una soluzione di lavoro lenta è meglio di qualche giorno di fermo. Nel caso appena citato il server di produzione, una macchina rack di fascia alta, dal costo di circa 9.000 euro, è stato rimpiazzato momentaneamente con un server entry level di valore inferiore ai 1000 euro.
  • Considera sempre l’aspetto delle licenze software. Non tutte le licenze consentono il failover su hardware differente dall’originale. Ad esempio, un server con licenza Windows OEM (quella acquistata con l’hardware e ad esso legata, per intenderci), non potrà effettuare failover su hardware differente a meno che la licenza sia coperta da Software Assurance.

Se vuoi restare informato sulle metodologie di protezione dei tuoi dati continua a seguire il blog e iscriviti alla newsletter. Otterrai, in omaggio, il mio ebook “Guida alla realizzazione di un Disaster Recovery Plan”.

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Andrea Monguzzi
Sistemista da un ventennio, appassionato di informatica dalla nascita. Aiuto aziende e professionisti a cogliere i benefici e a districarsi dalle insidie dell'era digitale consigliando quale tecnologia adottare in base al tipo di esigenza specifica. Tendenzialmente pigro, caratteristica distintiva del vero nerd, da anni mi adopero affinché le macchine facciano quello che non voglio fare io. Posso quindi aiutarti a fare in modo che sia l'informatica a lavorare per te e non il contrario. 🙂
Andrea Monguzzi

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